da “Essere forti per essere utili” di Cesare Bedoni
Una lezione secondo il metodo naturale si basa sullo spostamento continuo, durante il quale ci si muove all’aperto tutte le volte che sia possibile, avendo cura d’accordare a ogni esercizio il grado d’importanza che gli conviene. Gli esercizi non sono presi casualmente, ma la loro scelta deve essere dettata dal fine che si vuole raggiungere, dal carattere che si
vuol dare alla lezione (di fondo, tecnico, di allenamento), dalla capacità degli allievi secondo la loro età, il sesso e grado di allenamento, dai mezzi e attrezzi di cui si dispone, dalla durata totale prevista dalla lezione e da altre considerazioni di ordine tecnico, pedagogico e fisico. Queste attenzioni permettono di dare alla lezione il suo pieno valore educativo.
Le regole fondamentali che Hébert pone alla base della sua lezione “naturale” sono cinque:
1. Il lavoro in scioltezza, per conseguire una migliore espressione del lavoro naturale;
2. La continuità del lavoro, per sviluppare la resistenza generale e utilizzare al meglio il tempo dedicato all’attività fisica;
3. L’alternanza degli sforzi, per ottenere un recupero tra gli sforzi maggiori e assicurare così la continuità regolando il ritmo del lavoro;
4. La libertà d’azione, per permettere l’individualizzazione degli sforzi, per regolare la resa del lavoro personale e ottenere il miglior rendimento o perfezionamento, evitando qualsiasi forma di inquadramento e di lavoro meccanico e automatico;
5. La progressività, per riscaldare progressivamente l’organismo al fine di prepararlo a esercizi più faticosi e per produrre maggior lavoro con minor fatica.
Una lezione si può ritenere completa quando è composta da esercizi appartenenti a tutti i generi fondamentali, senza eccezione. Altrimenti la lezione viene definita incompleta.
Quando diverse circostanze costringono ad eseguire una lezione incompleta, bisogna scegliere il meglio degli esercizi possibili, cioè realizzare un programma che possa meglio garantire gli effetti principali della lezione completa.
Una lezione secondo il metodo naturale si basa sullo spostamento continuo, durante il quale ci si muove all’aperto tutte le volte che sia possibile, avendo cura d’accordare a ogni esercizio il grado d’importanza che gli conviene. Gli esercizi non sono presi casualmente, ma la loro scelta deve essere dettata dal fine che si vuole raggiungere, dal carattere che si
vuol dare alla lezione (di fondo, tecnico, di allenamento), dalla capacità degli allievi secondo la loro età, il sesso e grado di allenamento, dai mezzi e attrezzi di cui si dispone, dalla durata totale prevista dalla lezione e da altre considerazioni di ordine tecnico, pedagogico e fisico. Queste attenzioni permettono di dare alla lezione il suo pieno valore educativo.
Le regole fondamentali che Hébert pone alla base della sua lezione “naturale” sono cinque:
1. Il lavoro in scioltezza, per conseguire una migliore espressione del lavoro naturale;
2. La continuità del lavoro, per sviluppare la resistenza generale e utilizzare al meglio il tempo dedicato all’attività fisica;
3. L’alternanza degli sforzi, per ottenere un recupero tra gli sforzi maggiori e assicurare così la continuità regolando il ritmo del lavoro;
4. La libertà d’azione, per permettere l’individualizzazione degli sforzi, per regolare la resa del lavoro personale e ottenere il miglior rendimento o perfezionamento, evitando qualsiasi forma di inquadramento e di lavoro meccanico e automatico;
5. La progressività, per riscaldare progressivamente l’organismo al fine di prepararlo a esercizi più faticosi e per produrre maggior lavoro con minor fatica.
Una lezione si può ritenere completa quando è composta da esercizi appartenenti a tutti i generi fondamentali, senza eccezione. Altrimenti la lezione viene definita incompleta.
Quando diverse circostanze costringono ad eseguire una lezione incompleta, bisogna scegliere il meglio degli esercizi possibili, cioè realizzare un programma che possa meglio garantire gli effetti principali della lezione completa.