ALLENARSI AD OCCHI CHIUSI


“You will find your technical mastery will quickly improve as you learn to fully engage your senses”

La forza, l’efficienza e la sicurezza di tutto il movimento sono principalmente determinate da fattori neuromuscolari, in particolare dalla percezione cinestetica e dal relativo meccanismo propriocettivo che ci informano sulla posizione di tutti i componenti del nostro sistema muscoloscheletrico e sulla loro attività reciproca in un determinato istante. L’integrazione delle informazioni provenienti dai vari sensi (vista, udito, tatto, olfatto), assieme all’informazione propriocettiva, ci permettono di eseguire un dato movimento nella maniera più appropriata in termini di forma, velocità, timing.
Ciò include la coordinazione occhio-mano, occhio-piede, o i processi corporei, molto importanti nell’allenamento tecnico. Si tende però a non dedicare sufficiente tempo all’allenamento della propriocezione.

Un modo per migliorare l’efficienza propriocettiva è quello di limitare o bloccare gli input da altri sistemi sensoriali quali, ad esempio, gli occhi. Perciò allenarsi in movimenti o esercitare particolari tecniche sportive bendati, può essere una modalità preziosa per migliorare le capacità tecniche e guadagnare forza, potenza ed efficienza più efficacemente. Ricerche mostrano che bendarsi non provoca disturbo alle attività motorie. Al contrario, si è visto che gli esercizi vengono eseguiti con maggior precisione e stabilità quando gli occhi sono chiusi oppure al buio. Ad occhi chiusi, l’atleta riesce a ricordare meglio e a riprodurre più facilmente la posizione del corpo, gli angoli delle articolazioni, il livello di tensione muscolare, l’ampiezza e la forma dei movimenti.
Di conseguenza, quando i movimenti vengono ripetuti con gli occhi aperti, la sua sensibilità motoria rimane intatta e la sua abilità tecnica migliora.

Durante i normali allenamenti, la maggior parte delle persone è altamente inconsapevole dei propri errori e generalmente percepisce di compiere l’esercizio o il movimento correttamente anche quando in realtà non è così. Quando il movimento viene eseguito da bendati, la sensibilità propriocettiva aumenta e questo rende possibile all’atleta una più accurata visualizzazione della tecnica e quindi una più facile correzione dei propri errori.

Nell’applicazione pratica, gli occhi vengono normalmente coperti con un materiale morbido e scuro. L’atleta assume la posizione iniziale svariate volte per acquisire familiarità con la posizione ed equilibrio, mentre l’istruttore da le necessarie indicazioni correttive verbalmente. L’atleta quindi esegue l’intero movimento a bassa velocità o con carichi leggeri, prima ad occhi aperti e poi ad occhi bendati, fino a quando l’azione inizia a divenire naturale e stabile. L’atleta progredisce con gradualità fino ad padroneggiare ed eseguire il movimento a piena velocità o con carichi pesanti.

Siff, Mel. Supertraining 2003